I libri di Chiara

“Ho paura torero” di Pedro Lemebel: recensione libro

“Il suo cuore agitato di piccolo colibrì, rimasto orfano da bambino alla morte della madre. Il suo cuore nervoso di scoiattolo impaurito dal grido del padre, dalle cinghiate sulle natiche per educarlo. Diceva che mi avrebbe reso uomo, che per questo mi picchiava. Che era stufo di vergognarsi, di litigare con i suoi amici del sindacato che gli gridavano che gli ero venuto sbagliato. A lui così maschio, così esperto con le sue donne, così affascinante con le puttane, così ubriaco quella volta che mi mise le mani addosso. Io ero un finocchio che mia madre gli aveva lasciato come castigo, diceva. Per questo mi picchiava duro, obbligandomi a litigare con gli altri bambini. Ma non sono mai riuscito a difendermi, neanche da quelli più piccoli di me. 

Poi c’era la casetta macilenta, un angolo di tre piani con una scala vertebrale che portava in soffitta. Da lì si poteva vedere la città in penombra, coronata da un velo torbido di polvere. Era una piccionaia, una ringhiera per stendere le lenzuola, le tovaglie e le mutande inalberate dalle mani marimbe della Fata dell’angolo. Nelle sue mattine di finestre spalancate, cantava “Ho paura torero, ho paura che stasera il tuo sorriso svanisca”.

Ho paura torero: una storia d’amore impossibile

Questo romanzo è la storia di un Cile piegato dalla dittatura di Pinochet ma che non si arrende e vuole lottare. Ed è la storia della “Fata dell’angolo” un travestito non più giovane, con un passato travagliato e un presente difficile, che con le sue tovaglie ricamate, la musica chiassosa che esce dalle finestre, i guanti a pois e i grandi cappelli, si innamora di Carlos, un giovane rivoluzionario e per lui, fingendosi svampita e ignara di quel che sta accadendo, metterà la sua casa a disposizione dei militanti del Fronte Patriottico Manuel Rodriguez. È anche la storia di un dittatore, ritratto in maniera a tratti ironica in una vita privata accanto a una donna che non sopporta. È una storia di politica e amore, amore impossibile, gioiosa e malinconica ed è una storia assolutamente da leggere.

Apoquindo, Providencia, Alameda, Recoleta, ecco dove vado, decise all’improvviso, ricordando le ragazze di Recoleta, le sue sorelle checche, che aveva lasciato nel dimenticatoio da varie settimane. La città scorreva ronzando attraverso il finestrino, sembrava che si scaldasse man mano che l’autobus scendeva dai quartieri alti, come un carro da trasporto umano attraverso il labirinto di strade. Di nuovo nell’Alameda con i suoi edifici grigi affumicati dallo smog, di nuovo in centro con il suo brulichio di gente, e di nuovo il Mapocho, con l’odore di pesce fritto e i fruttivendoli in maniche di camicia. Nonostante tutto era la sua Santiago, la sua città, la sua gente, che si dibatteva tra gli abusi di una dittatura dura a morire e gli striscioni tricolori che fluttuavano nell’aria settembrina.

“Ma alla mia età non posso continuare a correre come una vecchia pazza dietro a un sogno. Ci siamo incontrati all’incrocio di due storie che hanno fatto appena in tempo a stringersi la mano nel mezzo degli eventi. E quello che non è successo qui, non può accadere in nessuna parte del mondo.”

“Ho paura torero” di Pedro Lemebel, Edizioni Marcos y Marcos. I libri di Chiara.

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