I libri di Riccardo

“Aadam ed Eeva” di Arto Paasilinna: recensione libro

Due anni fa abbiamo salutato Arto, il grande finnico, e rivolto l’ultimo sguardo malinconico a una galleria di ritratti, mostruosi e burleschi, che sembravano usciti dal pennello dell’Arcimboldo: con un sorriso sulle labbra abbiamo fissato un Mugnaio Urlante, considerando che i temi della libertà e dell’esclusione sociale sono di stringente attualità. Siamo passati al ritratto della Dolce Linnea, ritornando ai tempi della tivù in bianco e nero e di Arsenico e Vecchi Merletti, poi abbiamo fissato un disastroso Angelo Custode, un’allegra compagnia di aspiranti suicidi, uno smemorato che vagola alla ricerca di ricordi perduti, un libertador di popoli oppressi, una fattoria biologica e i suoi penitenti, e ancora commendatori, orsi, cavalieri, renne, volpi e antiche divinità in cerca di moderne strategie di marketing…

Aadam ed Eeva

Un anno fa, però, Iperborea viene in nostro soccorso e ci regala ancora un romanzo, uscito in patria nel 1993, dal titolo apparentemente biblico e dal contenuto ecologico: possono uno sfigatissimo elettrauto infelicemente avviato a ripopolare il mondo e affogare nei debiti e una impresentabile avvocatessa che preferisce affogarsi nell’alcol, cambiare, giustappunto, il mondo? Potrebbero, se non dovessero fare i conti con i Grandi Della Terra e un sicario siciliano che perde i pezzi, ma non il vizio, e soprattutto non perde la lealtà alla parola data.

Gradevole questa parabola rigorosamente verticale, perché verticale scopritelo voi, questo rocambolesco giro del mondo in non so quanti giorni, contateli voi, unica la possibilità di aggiungere ancora tre ritratti alla galleria di cui sopra: divertenti, surreali come sempre, ma, come sempre, capaci di sollecitare più di qualche riflessione, di prenderci sotto braccio e portarci con garbo dalla parte della natura, e di conseguenza quella degli esclusi e dei più deboli.

“Aadam ed Eeva” di Arto Paasilinna, edizioni Iperborea. I libri di Riccardo

Riccardo Gavioso

Nasce a Torino nel 1959, dove si laurea in Giurisprudenza. Ma ormai incerto su chi fossero i buoni e i cattivi, e pur ritenendo il baratto una forma di scambio decisamente più evoluta del commercio, da allora è costretto a occuparsi di quest’ultimo. Inevitabile, quindi, che l’alienazione professionale lo spinga tra le braccia di una penna e che la relazione, pur tra alti e bassi, si protragga per diversi anni. Poi, deluso in egual misura da quel che si pubblica e da quel che non si pubblica, smette di scrivere narrativa e si occupa di giornalismo collaborando con diverse testate di rilievo e creando un blog che arriva a incuriosire diecimila lettori al giorno. Torna alla narrativa con Arpeggio Libero con cui pubblica attualmente. Ha ottenuto diversi riconoscimenti per i suoi racconti. Nel 1997 è stato finalista al Premio Internazionale di Narrativa “ Il Prione ”.

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