Difficilmente quando si parla di un libro si fa riferimento alla cura e alla meticolosità che ritroviamo in esso. Ma con Tigre di Polly Clark siamo di fronte a qualcosa di talmente incredibile ed eccezionale che la bellezza della scrittura si rispecchia nella maestosità di questa edizione.
Atlantide non è affatto una novità, la cura che questo editore mette nei suoi volumi è quasi maniacale: nel maneggiare questo libro si ha la netta sensazione di avere tra le mani qualcosa di estremamente prezioso e fragile.
L’istinto di voler accarezzare le pagine
Tigre di Polly Clark è un libro verso il quale ci si approccia con timore reverenziale, nello sfogliare questo volume si ha l’istinto di voler accarezzare le pagine: istinto che poi svanisce immediatamente, perché siamo di fronte a una storia che afferra e cattura il lettore prendendolo alla gola e trascinandolo giù nelle torbide acque di una narrazione che prende e coinvolge fin dalle prime righe.
Tigre è un libro molto strano nel quale è facile perdere l’orientamento perché nelle fasi iniziali della storia non è ben chiaro cosa e quale sia l’intento della autrice. Molti sono gli input narrativi che vengono dati al lettore, tanti gli spunti ma soprattutto non si fa in tempo a innamorarsi di uno dei tanti bellissimi personaggi che animano questo libro che subito si è costretti a cambiare ambientazione e ricominciare da capo con una nuova storia e nuovi protagonisti da conoscere a fondo e a cui appassionarsi. Quella che in apparenza può sembrare una struttura narrativa che inizialmente disorienta un po’ il lettore, diventa progressivamente una intricata e appassionante rete di cui la autrice tesse molto abilmente le fila, a dare al tutto un senso logico e un filo conduttore.
Un invito a tornare a un sistema sostenibile
Un contesto in cui un paesaggio totalmente ricoperto di neve viene visto dai più come un segno di ostilità e di mancanza, perfino di minaccia, un qualcosa che avvolge e cancella, e che invece per altri assume il ruolo e il significato dell’equilibrio: la neve che ricopre tutto è l’unico modo per ripartire, per poter ritrovare una pagina vuota su cui riscrivere la propria vita, dove per non sentire più non si deve per forza rincorrere alla morfina o all’alcool.
La scrittura di Polly Clark è semplicemente sublime, i suoi sono tra i personaggi più imperfetti e per questo più umani che io abbia trovato in un libro. Uomini e donne tra cui a pesare di più sono gli sguardi e i silenzi, che valgono molto più di tante parole, uomini e donne che ci insegnano che spesso il trucco sta nel trovare qualcuno che non ci faccia dimenticare le nostre ferite ma che semplicemente abbia la capacità di baciarle e accarezzarle delicatamente.
“Tigre” di Polly Clark, Atlantide Edizioni. I libri di Marco.