“L’odore della polvere da sparo” di Attilio Coco: recensione libro

Quando si pensa al fascismo spesso ci si riferisce al movimento che dominò la scena politica italiana per oltre un ventennio, una dittatura cruenta che mise sotto scacco la vita di tanti compatrioti. Ma in nessun libro di storia è evidenziato come il fascismo nella realtà fu, purtroppo, anche altro. Ovvero un cancro, penetrato piuttosto a fondo nelle maglie della vita sociale e politica del nostro Paese, e che oltretutto non scomparve definitivamente in quel 25 luglio del 1943.

L’odore della polvere da sparo

“Questo potere così capace di utilizzare una maschera buona per ogni occasione, questo Stato che nelle sue viscere autoritarie non è cambiato in nulla, né in idee e neppure in persone, questo potere e questo Stato continueranno a sparare sui propri cittadini. In un modo o nell’altro. Con una o con un’altra maschera. Ma l’odore di polvere da sparo e di sangue che abbiamo sentito qui rimarrà per sempre nelle nostre narici”.

l'odore della polvere da sparoPerché il fascismo rimase lì imbrigliato nei luoghi di comando, nelle alte sfere della politica italiana anche successivamente all’uscita di scena di Benito Mussoloni. Una forma di fascismo diversa, ma pur sempre presente e con lo stesso obiettivo: seminare terrore, nascondere e mischiare le carte, con il fine di controllare in maniera autoritaria la popolazione e mantenere il potere nelle mani di coloro che avevano solo cambiato abito, ma non mentalità.

“Sono passati più di vent’anni da quella volta in cui suo malgrado era stato testimone di come lo Stato sia capace, quando ne ha bisogno, di impacchettare e confezionare il colpevole che poi gli fa comodo”.

Rivoluzionari

Protagonisti del romanzo L’odore della polvere da sparo di Attilio Coco, sono Gianni, uno studente di liceo classico, Diavolorosso, suo compagno di classe, il professor Lodovico Marotta, Livio e Silvana, titolari della libreria Marchesi. Sono a loro modo tutti attivisti, rivoluzionari e anarchici che si radunano e lottano per la libertà reale, e contestano quella democrazia di facciata che si è instaurata dopo la caduta del regime. Una democrazia solamente teorica, perché lo Stato continua a esercitare il suo potere che di democratico ha ben poco.

“La mia lingua ha la grammatica e la sintassi della libertà di cui nessuno Stato, nessun ordine gerarchico, nessuna Chiesa e men che mai nessuno sbirro può essere custode. La libertà degli individui responsabili per sé e per gli altri, mio caro brigadiere. Non la libertà che confida nell’incertezza, nella paura, nel terrore”.

L’odore della polvere da sparo di Attilio Coco è un romanzo suddiviso in due parti: nella prima parte la narrazione si svolge a Potenza, nella seconda a Roma. Presenza costante è quella di Gianni, inizialmente studente liceale e poi attore di teatro, che incontrerà Alejandra con la quale continuerà quel percorso “rivoluzionario” iniziato nella sua città natale.

L’altra storia dell’Italia

Più che un romanzo storico lo definirei un romanzo che narra l’altra storia, quella che non viene raccontata nei libri ma che ha permeato la vita quotidiana degli italiani nel dopo guerra. La storia che si respira per le strade, la storia che fa capolino nelle librerie con le puntuali visite del brigadiere, la storia che questo gruppo di personaggi vuole cambiare, affinché l’Italia diventi davvero un paese libero e democratico come lo avevano sognato coloro che avevano sacrificato la loro vita per distruggere il fascismo. Un libro in cui in ogni pagina si respira storia, letteratura, teatro, voglia di affermare la propria libertà individuale a discapito di una società che presenta ancora le strutture della dittatura fascista.

“L’odore della polvere da sparo” di Attilio Coco, Spartaco edizioni. Libri in Pillole.

Exit mobile version