I libri di Chiara

“I ragazzi della Nickel” di Colson Whitehead, Mondadori: recensione libro

“Se le cose fossero state diverse. I ragazzi sarebbero potuti diventare molte cose, se non fossero stati rovinati da quel posto. Medici che curavano malattie o facevano operazioni al cervello, inventori di roba che salvava la vita alla gente. Candidati alla presidenza. Tutti quei geni perduti – certo, non tutti erano geni, Chickie Pete per esempio non sarebbe mai diventato un fisico nucleare – a cui era stato negato persino il semplice piacere di una vita ordinaria. Svantaggiati e azzoppati ancora prima che la gara cominciasse, senza poter capire come essere normali.

Il primo giorno di scuola, gli studenti della Lincoln High School ricevevano i nuovi libri di seconda mano dalla scuola superiore per bianchi lì di fronte. Gli studenti bianchi, sapendo dove erano diretti i libri, lasciavano una dedica per i proprietari successivi: Strozzati, negro! Puzzi. Mangia la mia merda.

I ragazzi della Nickel: razzismo, soprusi e violenze.

I soprusi e le violenze subite all’interno di un riformatorio mascherato da scuola per ragazzi in difficoltà, in un’America del 1963 fortemente razzista malgrado stia prendendo piede il movimento per i diritti civili degli afroamericani, dove “i ragazzi erano stati addestrati a parlare con un bianco solo dopo essere stati interpellati. Lo avevano imparato fin da piccoli, a scuola, nelle strade delle loro città polverose. Alla Nickel era stato ribadito: sei un ragazzo di colore in un mondo di bianchi”.

Una storia da leggere anche se in alcuni punti veramente dolorosa per capire quanto i pregiudizi possano cambiare il corso della vita di una persona, segnandola per sempre e a volte distruggendola completamente.

“Una volta pensavo che fuori era fuori, e poi una volta che sei dentro sei dentro. Che alla Nickel la gente era diversa, per via di quello che ti succede quando sei qui. Anche Spencer e quegli altri…forse là fuori, nel mondo libero, sono brave persone. Sorridenti. Gentili con i loro figli.” Contorse la bocca, come se stesse succhiando un dente marcio. “Ma adesso che sono uscito e ritornato dentro, so che qui non c’è niente che cambia le persone. Qui dentro e là fuori è la stessa cosa, solo che qui dentro non si deve più fingere.”

“Guarda, pensa e preparati. Se il mondo era una folla ostile, lui ci sarebbe passato in mezzo. Potevano insultarlo, sputargli addosso e picchiarlo, ma lui sarebbe arrivato dall’altra parte. Insanguinato e stanco, ma ce l’avrebbe fatta”.

“I ragazzi della Nickel” di Colson Whitehead, edizioni Mondadori. I libri di Chiara.

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