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“Patria” di Fernando Aramburu: recensione libro

“C’è la tregua, il disarmo dell’ETA, sono finiti gli attentati in nome della Patria. Ma nessuno può dimenticare quello che è stato, nemmeno se qualcuno dipinge i muri di verde e spera così di cancellare la storia.

Ci sono state lotte armate, che sono diventate fratricide, perché il nemico era la Spagna, ma anche l’amico che non si schierava, che non contribuiva, che era “padrone” e non servo. Ci sono state famiglie divise, fratelli che condannano fratelli.

E ci sono figure di donne, fantastiche, punti di vista diversi di una stessa immagine, una che fa sorridere un corpo che non le risponde più, una che coltiva il ricordo di un padre integro ma preferisce che il mondo la ritenga indifferente, una che vive per ottenere le scuse di chi ha distrutto la sua famiglia, l’altra che di questa distruzione fa il suo orgoglio. Tutto è rovesciato, lecito e sbagliato, le vittime diventano scomodi ricordi da rimuovere, che però affiorano anche se non vuoi. C’era un tempo in cui di era famiglia, ma poi la patria ha cancellato tutto, scombinando opinioni, rapporti, cose giuste e dolori. Si può difendere un concetto di patria più dell’essere umano?

“Lo vedi, le vittime danno fastidio. Ci vogliono spingere con la scopa sotto il tappeto”

Questo libro è un esempio di come il numero di pagine possa diventare un concetto relativo e un tomo di 600 e passa fogli possa avere la leggerezza di una piuma pur dicendo cose pesanti come macigni. Fantastica la scelta del cambio di voce e epoca ad ogni capitolo, si va avanti e indietro nel tempo, si legge la storia sul libro di ogni protagonista e alla fine non si può fare a meno di scoprirsi un po’ solidali con tutti, perché tutti hanno perso qualcosa e nessuno in fondo ha vinto.

Vincitore del Premio Strega Europeo 2018, strameritatamente.

Fernando Aramburu

La citazione

“Perché credi che sono ancora viva? Ho bisogno di quel perdono. Lo voglio e lo pretendo, e fino a quando non lo avrò non penso di morire.” “Hai un orgoglio da far paura” “Non è orgoglio. Non appena metterete la lapide sulla tomba e sarò con il Txato gli dirò: quell’idiota si è scusato, adesso possiamo riposare in pace”

Patria” di Fernando Aramburu, edizioni Guanda. Fertilemente

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