“Le casa straniera” di Massimo della Penna: recensione libro

Libri pandemici. Con il Coronavirus in corso e con la quarantena prima, la percentuale di pubblicazioni su questo tema è salita di livello e la curva non è ancora scesa. Moltissimi sono coloro che si sono dati alla scrittura, gira e rigira non hanno scavato a fondo per cercare una storia.

“La casa straniera” di Massimo della PennaPerché la storia è la pandemia, quindi non c’era alcun bisogno, per questi autori, di spremere le meningi e costruire qualcosa di diverso. Il racconto, del resto, si è snodato sotto gli occhi di tutti: dagli articoli di giornali, ai bollettini sanitari, ai servizi dei Tg con altrettanti programmi di approfondimento. Insomma, la narrazione è a portata di mano. Anche chi non aveva dimestichezza e familiarità con la scrittura si è lasciato andare sui fogli, forse con troppa convinzione. Leggere poi non implica necessariamente saper scrivere.

Il libro La casa straniera Ogni casa è straniera se non ci abiti tu di Massimo della Penna è uno scendere e salire dai giorni della pandemia. La vita ordinaria di Charlie viene sconvolta da un grande virus che ha attanagliato, contagiato e ucciso un numero indefinibile di uomini. I dati pubblici diffusi non sono mai veritieri perché tralasciano le morti rimaste nell’ombra, quelle per esempio degli immigrati irregolari o dei senza fissa dimora, tanto per citarne alcuni. Il protagonista deve fare il possibile per trovare il vaccino che possa risvegliare sua moglie.

La scrittura è pesante e incerta. Lo stile narrativo, in moltissimi passaggi, si chiude finanche nella banalità dei dubbi. La storia è disordinata perché la scrittura poggia su inutili incertezze che la rallentano divorandola.

“La casa straniera” di Massimo della Penna, Edizioni Efesto. Dream Book.

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