“Il corredo” di Patrizia Rinaldi: una storia d’altri tempi che incanta come una fiaba

La meraviglia per la beatitudine si chiama amore. E per amore si perde la testa sperando di non rinsavire mai più dinanzi ad un sentimento che stordisce, perché è talmente bella l’inebriante felicità che porta che si sarebbe disposti a tutto per difenderlo. Se è amore, succede questo. Altrimenti prenderebbero forma l’ossessione, l’illusione, l’assillo, di uno stato febbrile che, lentamente, consuma l’anima.

Gli innamorati non corrisposti assaggiano il rifiuto diventando feroci, violenti, gelosi. Sentono la voce della disperazione che invoca il nome del loro amore quasi a proteggersi da una imminente ed immane pazzia. Da innamorati persi credono a tante cose rigettandone altre. O meglio, tutto sembra facile, possibile, anche quello che appare assurdo, lontano, confinato in un altrove diverso dalla realtà. Pretendono, promettono, dimenticano e si concedono un altro perdono. Esibiscono il sorriso e il ghigno della vendetta per esorcizzare il diniego che pare un affronto all’amore stesso. Si trasformano ignorando il numero di maschere che indossano nella rappresentazione di una vita strascicata da menzogne, deliri, vendetta, verità e proclami di amore eterno e incondizionato.

In Il corredo di Patrizia Rinaldi ti addentri in una storia di volontà soggette a molti rischi. Fine Settecento. Il palazzo di Capa Guasta è la dimora del marchese Saverio Contardo de Vedina, uomo capriccioso e ricco che da sempre cerca di fuggire il morbo che ha fatto impazzire quasi tutti i suoi avi. Il suo feudo è governato da Lauretana, una vecchia fattucchiera incontrata in Africa. È lei a convincerlo che l’unico modo per eludere la malattia è quello di isolarsi e di unirsi soltanto a vergini. La tenuta del marchese accoglie giovani donne che provengono da altre terre. Ed a Capa Guasta arriva Altagracia, una bellissima gitana che è scappata da un marito violento.

Con sè porta documenti falsi per ottenere l’agognato asilo dal marchese. Il nobiluomo si innamora perdutamente di lei e Lauretana, che vede crollare il suo incontrastato dominio, le rivolge un odio spietato. Si rompono gli equilibri. Entrambe le donne mettono mano ai rispettivi corredi, bauli colmi di tesori e di insospettabili segreti taciuti per anni. Lo scontro tra le due è feroce come il delirio del marchese nell’amore per la sua Altagracia.

Il romanzo è una voluta di emozioni che si intrecciano tra di esse scombussolando l’ordine degli stati d’animo. La narrazione è una continua salita di suspense. La scrittura è intrigante. 

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“Il corredo” di Patrizia Rinaldi, edizioni Piemme.  Dream Book.

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