Una voce intensa quella di Ivonne Mussoni, che riecheggia in ogni pagina di Sirene edito nella collana Poiesis di Giulio Perrone Editore.
Le sue sirene simboleggiano la donna e la poesia, abitano oscuri fondali ma si fanno anche “lucertole, uccelli, meduse, tempeste, orsi e serpenti”.
I riferimenti, che spaziano dalle Metamorfosi di Ovidio, al mito di Medusa fino all’Alcesti di Marguerite Yourcenar, sono aulici ed evocativi. A impreziosire l’opera, citazioni importanti di Rainer Maria Rilke, Eugenio Montale e Amelia Rosselli come a voler enfatizzare la ricerca di un ritmo incalzante che si svela pagina dopo pagina.
Perché le sirene?
Già dalla prefazione di Dacia Maraini si entra in un’atmosfera acquatica e mistica dove nuotano sirene dei naufragi e sirene contemporanee e dove l’elemento acqua, predominante, sembra voler detergere e lavare via il vecchio per ricreare nuove armonie.
È un canto ininterrotto che ammalia quello di Ivonne Mussoni “fra il sacro e la paura”, sott’acqua dove “non ci sono tempeste”, dove “certi cuori inaffondabili” sono in grado di rinascere “dal fuoco e dall’oceano”. Ma nel buio degli abissi, dove le sirene ammaliano e condannano, “a nessuno è permesso rimanere innocente” perché “arriva per tutti il momento / in cui cielo e mare sembrano uno / e pare di volare / quando è invece inabissarsi”.

Se “risalire tutto quello che trascina / è il moto più accanito dell’amore”, allora le acque a volte limpide, altre burrascose che ospitano il mito della sirena, sono le uniche in grado di farci fluttuare o scuoterci per ricordarci che “non si esce sempre indenni dal passato”, e Ivonne Mussoni, con i suoi versi, ci aiuta a rammentarlo.
“Fredda, come ogni cosa pescata dal mare / mi lasciai scivolare sul fondo, / ma in quel buio c’è un istinto di respiro / che spinge in superficie le balene”
“Sirene” di Ivonne Mussoni, Giulio Perrone Editore. Ci salverà la bellezza.
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