“Guarda le luci, amore mio” di Annie Ernaux: recensione libro

Un’analisi formidabile quella di Annie Ernaux che in Guarda le luci, amore mio racconta l’ipermercato sviscerandone la componente sociale.  

Scritto sotto forma di diario con un titolo emblematico ed esplicativo al contempo, il libro di Annie Ernaux, titolo originale Regarde les lumières mon amour, vanta la traduzione del critico letterario nonché editore Lorenzo Flabbi per L’orma editore.

Insignita recentemente del Premio Nobel per la Letteratura, Annie Ernaux tramuta, utilizzando il racconto biografico, frammenti del proprio quotidiano in strumenti di indagine sociale senza tralasciarne gli aspetti politici ed esistenziali

Se da un lato l’ipermercato ci costringe al disorientamento facendo i conti con la “vertigine della simmetria”, dall’altro ci permette di concederci il lusso di perderci tra “le corsie del sogno e del desiderio”, tra alcuni scaffali, a titolo esemplificativo, “rigorosamente suddivisi tra quelli «per bambini» e quelli «per bambine»” che già in tenera età modellano l’inconscio dei piccoli avventori

Non mancano i riferimenti carichi di potere riflessivo, per Annie Ernaux “fare la spesa in due per la prima volta segna l’inizio di una vita in comune”, ma la domanda che aleggia nell’istinto cieco di “questo approvvigionamento ostinato, furioso, di clienti occasionali” è tutt’altro che scontata: 

“Qual è il modo in cui siamo presenti gli uni agli altri?”

Annie Ernaux risponde così: “Qui, in certi momenti, ho l’impressione di essere una superficie liscia nella quale si riflettono le persone, i cartelli sospesi sopra le teste”. Dunque non importa stabilire se l’ipermercato sia il luogo in cui siamo sovraesposti come la merce che depositiamo sul nastro scorrevole e che parla di noi o se sia diventato un mero nonluogo, per dirla alla Marc Augé; ciò che resta, dopo la lettura di questo interessante spaccato societario, è un’aura di nostalgia per il passato, una sorta di memoria proustiana che, passando per “le drogherie cariche di odori”, ci fa ricordare quanto fosse bello andare a prendere il latte “con un bricco di metallo”. 

“Scegliamo i nostri oggetti e i nostri luoghi della memoria, o piuttosto è lo spirito dei tempi a decidere ciò che val la pena di essere ricordato”.

“Guarda le luci, amore mio” di Annie Ernaux, L’orma editore. Ci salverà la bellezza. 

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