“Storia della mia ansia” di Daria Bignardi è almeno un metro fuori dalla mia comfort zone. Un metro è poca cosa direte voi, dipende dico io. La comfort zone esiste per un motivo, perché lì facciamo incontri quasi sempre piacevoli, a volte inaspettati, ma comunque attesi. Per arrivare a lei ho dovuto mettere un piedino fuori dal cerchio magico fatto di autori noti e apprezzati o tematiche che mi appassionano. Leggere di “ansia” dopo dodici mesi di martellamento costante sul tema “pandemia” è un metro che mi è costato un triplo salto carpiato. Allora ho deciso di compierlo dotata di audiolibro, ed è stata una scelta azzeccata.
Bignardi come Zerocalcare
L’audiolibro – non mi è chiaro perché, ancora devo scoprirlo – accorcia le distanze con l’autore e la storia che la racconta. Almeno per me. Riesco a entrarci subito, a lasciarmi travolgere se la storia lo merita. A farmi arrabbiare se chi la legge non gli rende il giusto merito. In questo audiolibro edito da Storytel la voce narrante è affidata proprio a Daria Bignardi. Come forse saprete se avete già letto queste mie sortite, non è una cosa che apprezzo. L’autore del libro in genere non è capace di renderlo altrettanto efficacemente davanti al microfono. L’unica eccezione a questa (mia) regola è Zerocalcare.
Finora.
Non so perché, se per le sue abilità da conduttrice televisiva e radiofonica, ma Daria Bignardi fa onore al suo testo, anzi. L’unico pericolo, in questo caso, è associare la protagonista Lea proprio a lei, Daria, che si trova a condividere con lei la storia della malattia. Mi sono chiesta se fosse un libro autobiografico, sono andata a curiosare su qualche intervista all’autrice e ho capito che non è così. Tanto meglio. Credo che, in questo caso e proprio per questo, le sia riuscito un prodotto di ancor più valore.
Come sempre, niente spoiler sulla trama più di quanto abbia già detto. Quel che mi preme sottolineare, è che l’ansia, con la lettura di Daria Bignardi, diventa co-protagonista del romanzo. Molto più di quanto lo sarebbe stato leggerlo nella mia testa solo su carta. La sua voce, le sue pause, le accelerazioni e le frenate sono sempre azzeccate, mai una sbavatura a far indovinare che la protagonista possa essere “solo” un personaggio e non una persona in carne ed ossa (da qui l’equivoco che il libro fosse autobiografico).
“Storia della mia ansia” parla d’amore, sì, ma soprattutto del rapporto con se stessi, dell’ansia che può essere motore di tante cose, e non per forza negative.
Non so se avrei apprezzato il libro allo stesso modo. W gli audiolibri allora!
“Storia della mia ansia” di Daria Bignardi per Storytel. Audio&Indie