Perché si dice “legarsela al dito”?
L’espressione “legarsela al dito” ha radici antichissime e nasce da tradizioni legate al ricordo di eventi o precetti religiosi. In epoca remota, si legavano alla mano strisce di pergamena con versi sacri per non dimenticarli, come descritto nella Bibbia (Esodo, Deuteronomio) e nel Vangelo di Matteo, dove si parla di portare in mano un oggetto per non dimenticare una cosa.. Gli Ebrei, inoltre, usavano oggetti come la mezuzah, appesa al collo, o i filatteri, fasce legate alle braccia contenenti passi biblici, per mantenere viva la memoria.
In Turchia, questa pratica assumeva un valore più romantico: i cavalieri legavano un filo d’oro al dito dell’amata come promessa d’amore. Con il tempo, però, l’espressione ha perso sia il significato religioso sia quello romantico, trasformandosi in un modo di dire che indica la volontà di non dimenticare un torto subito, aspettando il momento giusto per vendicarsi. Un gesto che, da simbolo di ricordo, è diventato emblema di risentimento e perseveranza.
Secondo il sito justspeakitalian, “a questa pratica di legare qualcosa attorno alle parti del corpo come promemoria è collegata la nascita dell’anello di fidanzamento! In Turchia, infatti, il cavaliere legava un filo d’oro attorno al dito della propria dama prima di partire per la guerra: in questo modo lei guardandolo si sarebbe ricordata di lui. In seguito il filo si è trasformato in anello che è diventato il simbolo della promessa del legame fra un uomo e una donna”.
Fonti: Focus, justspeakitalian