Dream Book

“Paula” di Isabel Allende: recensione libro

Capita che la voce possa spegnersi. Diventa marmo incastrata in gola, il suo fiato può spingere contro la barriera dei denti, ma rimane lì. Muta. Una voce così è ferro sino a farsi ruggine per sparire completamente. Succede anche che con la voce se ne vada via persino la forza. Quella che nutre il fisico.

Alcune malattie si prendono tutto, addirittura gli sguardi. Fissi sono gli occhi, senza luminosità, come a puntare qualcosa che sia infinito e non già segnato dai giorni a venire. Chi resta accanto vorrebbe dare la sua stessa vita per non chiudere la loro, solo le madri o gli amori veri possono filtrare la forza che hanno e che gli rimane a chi è inerme anche nelle intenzioni. Poi, arrivano la rassegnazione e la volontà di rendergli l’esistenza più comoda possibile. Quanto alla sofferenza, invece, essa consuma ogni cosa delle loro ore uguali a tutte le precedenti prima di finire nell’immobilità che tace finanche l’arrendevolezza. Resistere e combattere per un figlio che è finito nel silenzio e nella via di non ritorno equivale a dargli ossigeno. Lasciarlo andare, nulla può più restituirgli ciò che era un tempo, è un atto di intimo amore, quello amniotico che li ha visti insieme indissolubilmente. Nessuno è mai preparato alla fine. Gli occhi di una madre sono incontri d’amore e vedere quelli fissi e senza fondo di un figlio permette di sviscerare il senso delle cose e finire nella vertigine della consapevolezza di una fine.

In Paula di Isabel Allende sei la vita di una madre che soffia e scrive la sua esistenza per dare respiro alla figlia. È la storia autobiografica della scrittrice al capezzale di Paula, la primogenita, in coma irreversibile causato da una gravissima malattia che la colpisce a vent’anni. Isabel cerca in tutti i modi di mantenerla in vita o l’accompagna dolcemente verso la fine, fatto sta che attraverso la scrittura intende soggiogare o distrarre la morte che, è certa, verrà a prendere la sua Paula. Di fronte un dolore così enorme cerca di mantenersi in piedi scrivendo della sua famiglia, dei suoi amori, dei suoi viaggi, della sua speranza, di ciò che ha patito e di quello che ha goduto. Ricorda ogni cosa e lo mette per iscritto perché non c’è separazione definitiva se vive il ricordo.

Paula è un libro di straordinaria bellezza emotiva. Isabel Allende mescola la freschezza del suo stile narrativo con l’umanità che passa attraverso l’inchiostro. Dice addio alla figlia come donna per darle vita e benvenuto come spirito in una scrittura vera, autentica, sincera, meravigliosamente bella.

“Paula” di Isabel Allende, edizioni Feltrinelli. Dream Book.

Lucia Accoto

Lucia Accoto. Critico letterario Rai Cultura per Mille e un libro Scrittori in Tv di Gigi Marzullo su Rai1. Giornalista pubblicista, recensore professionista. Lettura, scrittura e stile, fonti di vita e di ispirazione

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