Arrestato a New York Filippo Bernardini, il ladro di libri: in sei anni ha rubato circa 1000 manoscritti inediti a decine di case editrici

Filippo Bernardini, ovvero il ladro di libri inediti che per diverso tempo ha messo in agitazione il mondo dell’editoria, ha confessato di aver rubato oltre mille manoscritti non ancora pubblicati. Confermando così l’accusa rivolta dalla procura federale di New York, nell’ambito di un patteggiamento della pena. Il trentenne, colpevole di frode telematica, sarà condannato ad aprile. Il reato, secondo quanto ricostruisce la Bbc, comporta una pena massima di 20 anni di carcere. «Sapevo che le mie azioni erano sbagliate», ha detto Bernardini davanti alla Corte. Il movente delle sue azioni, tuttavia, rimane poco chiaro: i manoscritti non sarebbero stati diffusi su Internet, né sono state fatte richieste di riscatto. La pista ritenuta più probabile, al momento, è dunque quella di un appagamento personale, derivante dal riuscire a leggere i libri ottenuti prima di chiunque altro.

(Perugia Today)Filippo Bernardini, 30enne di Amelia, si è dichiarato colpevole di “furto di manoscritti” e “furto d’identità” davanti ai giudici di New York. Avrebbe rubato circa mille opere inedite, sentenza attesa per il prossimo 5 aprile

partire almeno dall’agosto 2016 e proseguendo fino al suo arresto nel gennaio 2022, Bernardini, che risiedeva a Londra e lavorava nell’industria editoriale, ha impersonato agenti, editori e altre persone coinvolte nell’editoria per ottenere in modo fraudolento manoscritti prima della pubblicazione”. In questo modo, il 30enne amerino sarebbe riuscito ad ottenere “più di mille manoscritti”. Per questo ora rischia una condanna fino a 20 anni di carcere.

Nuovo capitolo della saga del “ladro di libri”, l’amerino Filippo Bernardini, arrestato dall’Fbi il 5 gennaio di un anno fa e che si è dichiarato colpevole di “furto pluriennale di manoscritti” e “furto d’identità”.

Il caso è stato ricostruito da Damian Williams, procuratore degli Stati Uniti per il distretto meridionale di New York davanti al magistrato statunitense Sarah Netburn.

“Nel realizzare questo schema – ha spiegato Williams alla corte – Bernardini ha creato account di posta elettronica falsi, progettati per impersonare persone reali impiegate nell’industria editoriale, comprese agenzie, case editrici, scout letterari e altri. Bernardini (che all’epoca dei fatti lavorava a Londra per la casa editrice Simon & Shuster, ndr) ha creato questi account registrando più di 160 domini Internet che sono stati creati” con “piccoli errori tipografici che sarebbero stati difficili da identificare per il destinatario durante una rapida revisione. Nel corso di questo schema, Bernardini ha impersonato centinaia di persone (…) per ottenere in modo fraudolento copie elettroniche di manoscritti a cui non aveva diritto. Bernardini ha ottenuto con la frode più di mille manoscritti”.

La sentenza è attesa ora per il prossimo 5 aprile.

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