“Mi piace suddividere il mio passato in compartimenti separati. Fai un lavoro, poi lo metti in una scatola e te ne dimentichi. Sigilli i brutti ricordi in un caveau che non aprirai mai, ed è così che riesci a muoverti nel mondo come una persona normale”, dice Will Bear, il protagonista di Sleepwalk, il nuovo romanzo di Dan Chaon (NNEditore), e io lo sento. Sento le sue parole sulla pelle, nelle vene, dentro lo stomaco.
Sleepwalk è un viaggio, una road story sulla strada dell’annientamento. Le vicende di un uomo senza volto, senza nome se non identità fittizie, senza amici a eccezione di Flip, il cane che ha salvato dalle lotte clandestine. Un mercenario, uno che fa lavori sporchi in affitto, a bordo del suo camper, Stella Polare. Sempre in giro, sempre in fuga. Il romanzo si apre con la consegna di un cattivo pagatore, Liandro, al quale Will offre il suo conforto. Nonostante gli incarichi che gli vengono commissionati, Will ha una morale, una visione disincantata, quasi romantica, di un mondo in cui è stato cresciuto da una madre stronza che alla fine sembra è stato costretto a uccidere. Una madre che gli ha insegnato a essere un outsider, a vivere fuori dalle regole, a fregare il prossimo, a non avere pietà di niente, nemmeno di un coniglietto. Will però è un sognatore, in fondo. Gli viene affidato un neonato di tre settimane e lui si convince di accompagnarlo da qualche famiglia benestante che non riesce ad avere figli, una coppia gay, qualcuno che voglia adottarlo senza affidarsi ai canali tradizionali.
La scrittura di Dan Chaon è fuori dalle regole. L’autore americano se ne frega delle tendenze, del mercato, è uno che viene dalla gavetta e dal lavoro duro, e si vede. I personaggi escono dalle pagine e ti prendono per la collottola. La loro caratterizzazione è spettacolare. Ogni parola, ogni atteggiamento o tic ne riflette la psicologia, la personalità che muta mentre si affrontano i conflitti interiori, le decisioni cruciali, gli ostacoli. Una scrittura spietata, che abbiamo conosciuto con La Volontà del Male, e condita da un umorismo dark che offre un respiro più ampio alle atmosfere.
“Perché questa volta il desiderio di un’altra vita, di un’altra versione di me stesso, è stato così forte? C’era un potere così grande in quel padre immaginario, in quella figlia immaginaria, per quanto remota fosse la possibilità. Mi rendevo conto che mi sarei rovinato la vita? A un certo livello sì, per forza. Vorrei poterla vedere nella sua vera forma umana. Se quella forma esiste”.
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“Sleepwalk” di Dan Chaon, edizioni NN Editore.
Recensione a cura di Antonio Lanzetta