Ci sono libri che raccontano la storia e libri che la fanno rivivere: M. Il figlio del secolo di Antonio Scurati appartiene alla seconda categoria. Perché non è solo un romanzo, né solamente un saggio storico: è un’immersione brutale e lucida dentro uno dei periodi più oscuri del Novecento e del nostro Paese, un viaggio nel cuore del fascismo italiano attraverso la figura del suo leader più discusso, Benito Mussolini.
Il libro ci porta tra le strade infuocate del primo dopoguerra, quando il paese è lacerato da scontri, violenze e illusioni tradite. Ci fa respirare l’aria densa di paura e propaganda, ci trascina nelle stanze del potere dove si decidono le sorti di un’intera nazione. La narrazione è intervallata da documenti originali dell’epoca: discorsi, articoli di giornale e lettere, inserti che hanno la funzione di amplificare il senso della realtà ricordando che quello che stiamo leggendo non è solo una storia, ma la nostra storia.
Non c’è eroismo nella narrazione, né una condanna assoluta: c’è l’osservazione attenta di un uomo che, con il suo carisma e la sua spietatezza, ha saputo conquistare il potere e piegare un intero popolo alla sua volontà. Ma c’è anche un’Italia che con le sue fragilità e le sue complicità gli ha permesso di farlo.
M. Il figlio del secolo è un libro potente, che scuote e fa riflettere e rabbrividire. Non è un romanzo di facile lettura: è crudo, a tratti disturbante, e proprio per questo necessario. Perché la storia non è mai solo passato, e questo libro lo dimostra con una forza quasi violenta, necessaria.
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“M. Il figlio del secolo” di Antonio Scurati, edizioni Bompiani. Approfondimenti.